Dopo quasi cinque ore dalla bandiera a scacchi, la FIA ha confermato il risultato finale del Gran Premio d’Austria, ma non senza una serie di penalità post-gara emesse per violazioni dei limiti della pista. Queste penalità hanno influenzato otto piloti, con alcune penalizzazioni multiple, portando a un ricalcolo della classifica della gara per riflettere i cambiamenti di posizione.
Nonostante tutto, i primi tre piloti non sono stati toccati dalle penalità, il che significa che Max Verstappen ha mantenuto la sua settima vittoria stagionale, seguito da Charles Leclerc al secondo posto e Sergio Perez al terzo.
Carlos Sainz, penalizzato di 10 secondi, è scivolato dal quarto al sesto posto nella classifica finale, mentre Lewis Hamilton è retrocesso dall’originaria settima all’ottava posizione. Pierre Gasly ha perso la nona posizione a favore di Lance Stroll ed è arrivato decimo.
Tutte le altre penalità sono state applicate ai piloti che erano fuori dalla zona punti.
La questione delle penalità aggiuntive è emersa dopo che Aston Martin ha protestato contro il risultato, sostenendo che alcune violazioni dei limiti della pista non fossero state sanzionate. I commissari hanno accolto la protesta e la FIA ha avviato un’indagine su un totale di 1.200 possibili infrazioni per determinare se fossero necessarie ulteriori sanzioni.
L’elenco completo delle penalità è stato reso noto solo alle 21:30, ora locale.
Secondo il regolamento della Formula 1, tre infrazioni dei limiti della pista comportano un avvertimento, mentre la quarta comporta una penalità di cinque secondi e la quinta una penalità di dieci secondi. Dopo una penalità di dieci secondi, il conto delle infrazioni viene azzerato per quel pilota e ricomincia da capo.
Un numero così elevato di violazioni dei limiti della pista in una singola gara è senza precedenti, con tutte le penalità aggiuntive che derivano dai piloti che hanno superato i limiti nella curva 9 o 10 del Red Bull Ring.