Il presidente della Federcalcio francese, Noel Le Graet, ha annunciato le sue dimissioni martedì a seguito di accuse di molestie sessuali e psicologiche. Le Graet ha servito come presidente della FFF per oltre un decennio e ha visto la nazionale francese di calcio vincere i Mondiali del 2018 e arrivare in finale al torneo del 2022. Tuttavia, le dimissioni di Le Graet sono arrivate dopo la pubblicazione di un rapporto sulle pratiche di gestione presso la FFF commissionato dal ministero dello sport, che ha rivelato che gli eccessi comportamentali di Le Graet erano incompatibili con lo svolgimento delle sue funzioni.
Le Graet era stato indagato per molestie sessuali e psicologiche a seguito delle accuse mosse da un’agente di calcio donna, Sonia Souid. Inoltre, aveva fatto osservazioni sprezzanti sul potenziale interesse di Zinedine Zidane come allenatore della nazionale francese, il che lo aveva posto sotto ulteriore pressione.
Le dimissioni di Le Graet sono state accettate dal comitato esecutivo della federazione, che ha nominato Philippe Diallo come presidente ad interim. Le elezioni per un successore permanente sono previste per giugno.
Il rapporto sulle pratiche di gestione presso la FFF non ha rilevato alcun fallimento sistematico, ma ha evidenziato alcune carenze nel modo in cui la federazione gestisce le sue attività. La FFF ha sottolineato che il rapporto si basa meno su fatti oggettivi che su commenti che a volte hanno portato a un’esagerata parlantina del corpo.
Le Graet ha supervisionato l’ascesa della squadra di calcio locale di Guingamp, diventata una forza di alto livello durante il suo periodo come presidente del club, e ha in seguito assunto la presidenza della FFF nel 2011. Ha anche giocato un ruolo chiave nell’organizzazione della Coppa del Mondo femminile 2019 in Francia.
Le dimissioni di Le Graet rappresentano un’importante svolta nella storia del calcio francese e creeranno un vuoto di leadership all’interno della federazione. Tuttavia, il comitato esecutivo della FFF ha assicurato che lavorerà per garantire una transizione ordinata verso un nuovo presidente.